Il tartufo bianco presto potrà essere venduto in filiera corta

di Riccardo Buti e Fabrizio Mandorlini

L'associazione tartufai si è da poco rinnovata negli organi. Renato  Battini è il presidente e succede a Salvatore Cucchiara.

Quali obiettivi si propone per i prossimi anni? 
Un'Associazione Tartufai come quella delle Colline Sanminiatesi è un associazione importante estendendosi come competenza su un area molto ampia a cavallo tra le province di Pisa e Firenze ed avendo più di cinquecento soci. Gli obiettivi che mi pongo devono essere all'altezza degli necessità ed esigenze dei tartufai. Ne cito due su tutti. Continuare a lavorare per la difesa del territorio allo scopo di ampliare le aree delle zone tartufigene, recuperando le zone che oggi sono degradate attraverso lavori diretti e indiretti. Il secondo. Instaurare e mantenere un rapporto continuativo con le  pubbliche amministrazioni.




L'area del Tartufo Bianco comprende una zona composta da trentadue comuni nel cuore della Toscana. Cosa si auspica dunque in termini di collaborazione dagli enti pubblici con cui  siete chiamati a interagire?
Instaurare e mantenere proficue sinergie con gli enti in modo da favorire ovunque la ricerca del tartufo. Oggi per quanto riguarda i Piani regolatori comunali, solo a San Miniato, Capannoli, Palaia, Lari e Volterra ci sono dei procedimenti conclusi o ovviati per inserire ed individuare al loro interno le aree tartufigene. L'Associaione auspica e si pone come obiettivo che le zone tartufigene siano incluse in tutti i piani regolatori di comuni dell'area del tartufo bianco delle colline sanminiatesi.




Oggi il mercato globale porta il consumatore finale nella difficoltà di dover discernere tra prodotto autentico, (tartufo bianco pregiato), tartufo proveniente da altre zone del mondo e quindi di minore qualità,  e prodotti di sintesi. Ed è molto difficile. Qual è, al riguardo la posizione dell'Associazione tartufai e quali azioni propone a difesa del consumatore?
Nei prossimi giorni il 21 e 22 novembre (2014) si terrà a San Miniato un convegno promosso dalla Coldiretti regionale. In quella occasione si parlerà di filiera corta. E per la prima volta si parlerà della possibilità di estenderla anche al tartufo. Sarebbe una novità e al tempo stesso un ritorno al passato. Ma è sicuramente una strada possibile da percorrere. Con la vendita diretta dal "produttore-cercatore" al consumatore, quest'ultimo è garantito dall'acquistare direttamente dal tartufaio il prodotto. Dal tartufaio al consumatore. Se questo percorso con la Coldiretti andrà avanti, ciò non inficerà la raccolta del tartufo in azienda che sarà comunque libera.
Tornando alla filiera corta, darebbe un indubbio vantaggio per il territorio. Vorrebbe dire ribaltare il concetto di fondo: non più il tartufo che si sposta verso il consumatore, ma il consumatore che si sposta nei luoghi dove si trova il tartufo. Ciò darebbe benefici in termini turistici e di promozione del territorio indubbi. E non ci sarebbe più bisogno di andare all'estero a promuovere il tartufo.
Alcuni anni fa, l'Associazione Tartufai promosse e incentivò una serie di studi per cercare di capire se era possibile tracciare il tartufo. Nelle scorse settimane sono stati presentati a Palaia i primi risultati. Per adesso non ci sono grandi risultati essendo solo all'inizio, ma sono ancora in corso studi e approfondimenti. Vedremo se ci potranno essere sviluppi. E' un aspetto comunque assolutamente da approfondire.

Intervista realizzata nei primi giorni di Novembre 2014